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  • Intervista alla Dott.ssa Bonalumi




    La dottoressa Giorgia Bonalumi opera nella cardiochirurgia del Centro Cardiologico Monzino, Istituto di Ricovero e Cura a Carattere Scientifico milanese, ospedale nato per la cura del cuore e che prosegue la sua missione originaria ai massimi livelli e che dal 2000 fa parte con l'Istituto Europeo di Oncologia fondato Umberto Veronesi del gruppo "IEO-Monzino”.  

    Per cominciare, dottoressa, da cosa nasce la sua adesione al messaggio della Fondazione Cuore Domani.  

     
    < La fondazione nasce dalla società italiana di cardiochirurgia, con l’obiettivo di promuovere la ricerca e la formazione scientifica. In particolare negli ultimi anni questa attenzione è stata rivolta ai giovani chirurghi, da qui la mia adesione ai principi della fondazione Cuore Domani. >  

    Parliamo di voi e della vostra esperienza medico scientifica. Il Monzino, come è comunemente chiamato il centro in cui opera, è una realtà di rilievo. Potrebbe descrivere in cosa consiste il vostro lavoro in questo ospedale cardiologico.
     

    < Monzino è il primo ospedale d’Europa  esclusivamente cardiologico,  un centro di cura a carattere scientifico, sede ufficiale per l’Università di Milano della scuola di specializzazione in Cardiochirurgia, Cardiologia e del corso di lauera in Tecniche di fisiopatologia cardiocircolatoria e perfusione cardiovascolare, questo vuol dire che le equipe di specialisti (già esperti e specialisti in formazione), non solo chirurghi, ma anche cardiologi, radiologi, chirurghi vascolari, perfusionisti  infermieri ecc non solo svolgono l’attività clinica e chirurgica quotidiana, ma collaborano tra loro e con  una struttura creata al suo interno appositamente dedicata alla ricerca sia clinica che molecolare in tema cardiovascolare. Abbiamo laboratori specializzati in cui i nostri ricercatori elaborano e portano a termine progetti internazionali con l’obiettivo di realizzare la cosiddetta ricerca traslazionale: la pratica con cui le scoperte della ricerca di base vengo trasferite alla clinica quotidiana. >  

    Chi fa ricerca nel settore delle scienze della vita ha una grande responsabilità nei confronti della società, cosa vuole dire fare ricerca in ambito medico, per malattie cardiovascolari in particolare?  
     

    < Le malattie cardiovascolari sono la prima causa di morte nel mondo, chi, come noi, lavora in questo settore ha la responsabilità di un mondo in costante evoluzione che richiede sempre maggiore preparazione e specializzazione. L’evoluzione della tecnologia non riguarda soltanto i settori tecnici ed economici, in particolare nel settore chirurgico ed interventistico, le nostre capacità di intervenire per curare una malattia sono completamente cambiate negli ultimi dieci anni ed ancora cambieranno nei prossimi anni. Basti pensare alle tavi, alla riparazione mitralica mininvasiva, all’angioplastica coronarici. Facciamo interventi che fino a poco tempo fa sembravano appartenere solo alla fantasia dei più sognatori ed intraprendenti dei medici. >  

    Dove si ricerca si cura meglio, si legge sul sito del Monzino. Il tema è quello di riuscire a trasferire i risultati della ricerca al letto del paziente.
     

    < Esattamente, quello che dicevamo poco fa, siamo in costante evoluzione. In un mondo che fa dell’avanzamento scientifico e tecnologico il suo principale obiettivo la cura delle malattie cardiovascolari non può restare indietro, il Monzino come Istituto “No Profit” ogni anno si impegna attivamente a gestire i fondi per la ricerca, questo vuol dire non arrendersi alle possibilità attuali, vuol dire credere che ci sia ancora da studiare, da scoprire, da lavorare. C’è così tanto da fare per i nostri pazienti. >  

    Nelle conversazioni con i vostri colleghi ci sono temi comuni. Rilevante il dialogo tra medici e pazienti, soprattutto in specialità in cui si trascorrono molto tempo isolati in camera operatoria.
     

    < “Il paziente è la persona più importante in questa stanza”. Questo mi è stato insegnato dal primo giorno in cui ho messo piede in nel reparto di cardiochirurgia. Tutto è finalizzato al suo benessere, dalla intervista per la raccolta dell’anamnesi fino ovviamente all’intervento. Il dialogo a volte può essere difficile, con il paziente ma anche con i familiari, nessuno vorrebbe sentirsi dire che ha bisogno di un intervento al cuore, né che l’intervento è rischioso, ma è la verità, nessun cardiochirurgo le dirà mai che esistono interventi di routine, tutti i pazienti sono diversi, così come tutti gli interventi, esistono talmente tante variabili. >  

    L'equipe operatoria cardiochirurgica. Da chi e composta.
     

    < Se mi chiede quali figure partecipano all’intervento le dico che abitualmente in sala operatoria può trovare chirurghi, anestesisti, strumentisti, perfusionisti, il cardiologo ecocardiografista, ma l’equipe cardiochirugica in realtà si avvale della collaborazione di molte più figure coinvolte nella preparazione preoperatoria del paziente e nella sua ripresa postoperatoria, qui la lista dei colleghi si allarga notevolmente. Ogni collaboratore ha un ruolo fondamentale per il corretto svolgimento e la migliore riuscita della procedura. >    

    La Fondazione Cuore Domani, al di là della comunicazione con la gente, che valore aggiunto rappresenta per voi cardiochirurghi.
     

    < La fondazione ha un ruolo importantissimo:
    Prima di tutto divulgativo.
    Come avrà visto la fondazione si impegna costantemente per cercare di essere presente in programmi televisivi, giornali, programmi radiofonici con l’obiettivo di informare le persone sulle malattie cardiovascolari al fine di migliorare ed incrementare la prevenzione, laddove è possibile e di curare precocemente, laddove la prevenzione non fosse più sufficiente.
    Raccoglie fondi per la creazione di borse di studio e il finanziamento di progetti di ricerca, per la formazione continua dei giovani chirurghi, per esempio l’anno scorso, molti specializzandi (medici in formazione specialistica per la cardiochirugia) hanno potuto beneficiare di grant per la partecipazione al congresso nazionale, vuol dire formazione, aggiornamento, vuol dire che hanno potuto partecipare a sessioni chirurgiche simulate, appositamente organizzate con strumenti di altissimo livello. >
     


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